Questa settimana che sta finendo è stata caratterizzata da due sentenze di processi penali molto sentiti nella nostra provincia. Si parla di processi a presunti Mafiosi ebbene uno denominato Maglio3 dal mondo dei media ( dal nome dell'operazione delle forze dell'ordine) ha visto i10 imputati 4 della nostra provincia assolti in primo grado dal tribunale di Genova.
La pubblica accusa aveva formulato le seguenti richieste in dettaglio aveva chiesto 10 anni e 8 mesi per Benito Pepè,
8 anni ciascuno per Francesco e Fortunato Barilaro, 6 per Michele
Ciricosta, 12 anni per Onofrio Garcea, 9 anni per Rocco Bruzzaniti, 8
anni per Antonio Romeo e 6 per Antonino Multari, Raffaele Battista e
Lorenzo Nucera. Ecco alcuni dei commenti apparsi online con i relativi link
Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie :
Libera su maglio 3 Ieri mattina, a chiusura di un processo di grande rilevanza
storico-giuridica per la nostra Regione, sono stati assolti i dieci
imputati nel processo con rito abbreviato scaturito all'inchiesta dei
carabinieri del Ros sulle infiltrazioni delle 'ndrine calabresi in
Liguria, denominata "Maglio 3″. Un mese fa si era conclusa con la
richiesta di condanne da un massimo di 12 a un minimo di 6 anni la
requisitoria dei Pubblici Ministeri Vincenzo Scolastico e Alberto Lari
al processo.
A nome di LIBERA, in attesa delle motivazioni della
sentenza, intendiamo esprimere comunque una forte preoccupazione verso
molteplici dichiarazioni, da noi ritenute irresponsabili, tese a
sminuire la presenza della criminali al nord ed in particolare nella
nostra Regione. Nel Nord - Ovest le organizzazioni criminali da tempo,
non vogliono più gestire spazi residuali, ma pretendono, perché sentono
di averne ormai la forza, di dettare legge, di conquistare il celebre
"monopolio del ciclo del cemento".
Questo fenomeno è testimoniato dalle
condanne ottenute dalla Procura di Milano in riferimento ad altri
significativi filoni di indagine che vedevano coinvolte organizzazioni
attive in Liguria. A Genova, nello scorso marzo, il Prof. Nando Dalla
Chiesa, a 30 anni dalla morte del padre, il Generale Carlo Alberto,
trucidato a Palermo da Cosa Nostra, ci ricordava: "Le organizzazioni
mafiose vogliono penetrare l'economia legale, dai ristoranti ai centri
commerciali alla sanità, ed espandere i business illegali, a partire
dallo smaltimento dei rifiuti. Tendono a intensificare i rapporti con la
politica, dimostratasi troppo permeabile e "avvicinabile".
Meno che
mai, sia chiaro, sono disposte a retrocedere. Non è nella loro natura.
Hanno piuttosto dimostrato, soprattutto la 'ndrangheta, ormai egemone
nel nord, una forte vocazione colonizzatrice. Per questo si apre con
ogni evidenza un conflitto dalle grandi implicazioni civili e culturali.
Al quale sono chiamati a partecipare, schierandosi con lo Stato di
diritto, con la libertà, con la giustizia, con la trasparenza
amministrativa, tutti i cittadini onesti e responsabili, gelosi dei
propri diritti costituzionali".
Sarebbe dunque sbagliato da parte
nostra, della società civile e dell'associazionismo di promozione
sociale e culturale arretrare! Invitiamo la cittadinanza a vigilare e a
mantenere alto il livello di attenzione. Come sempre ci assumeremo un
pezzo di responsabilità e non mancheremo mai di continuare a perseverare
nel nostro impegno quotidiano a favore della democrazia, della libertà e
della trasparenza. E' necessario tenere alta la guardia!
Anna Canepa Magistrato:Sentenza Maglio 3 Anna Canepa al Secoloxix:
«Le sentenze non si commentano, se non si è d’accordo si appellano,
personalmente ho vissuto un’esperienza simile nel 1996 quando in primo
grado
sono stati assolti tutti i clan siciliani dal 416 bis poi il tutto è stato capovolto dalla Corte d’appello, e confermato in Cassazione».(......)
«La mafia nel nostro Paese ha almeno 200 anni di storia - ha aggiunto - quello che non bisogna fare
è continuare a considerarla un’emergenza,
è un problema strutturale che non riguarda ormai più solo il Sud del
Paese, ma che è arrivato anche al Nord, abbiamo delle Regione di fatto
colonizzate, isole felici non ce ne sono più».
I politici Melgrati,Scajola,Morgillo:Maglio 3 commento alla sentenza (puntoimperia)
A commentare la sentenza di questa mattina, soprattutto in merito alle
ripercussioni che tale inchiesta ebbe sul territorio imperiese, sono i
Consiglieri regionali Luigi Morgillo, Marco Scajola e Marco Melgrati che
dichiarano: “La decisione del Consiglio dei Ministri di azzerare il
parlamentino delle due cittadine ligure per infiltrazione mafiosa era
stata vissuta in maniera pesantissima dal territorio.
Alla luce della
decisione di quest’oggi però una riflessione sorge spontanea: chi
risarcirà i cittadini di Ventimiglia e Bordighera per i disagi che hanno
subito? E chi ridarà onore alle comunità, che ha dovuto subire
innumerevoli sfilate organizzate dalla Sinistra per la legalità, che
per mesi hanno dovuto soffrire la gogna di essere collusi con la
criminalità organizzata?”
Il Capogruppo del Pdl in Regione Marco Melgrati conclude: “ rimanemmo
in pochi all’epoca a difendere l’onorabilità dei Sindaci nome e cognome,
Gaetano Scullino di Ventimiglia e Giovanni Bosio di Bordighera, persone
per bene che furono sottoposte alla gogna da i soliti moralisti della
sinistra e da fantomatici comitati per la legalità del Ponente e della
Liguria”.
L' assoluzione degli imputati del ponente ligure nel processo Maglio 3
ha scatenato una serie di reazioni in città. Ecco le prime parole di
Giuseppe Barillaro, figlio e nipote di due degli imputati assolti
questa mattina: Francesco e Fortunato Barilaro.
Giuseppe Barillaro, impiegato nel comune di Ventimiglia, al centro di
una vicenda giudiziaria per presunti favoritismi ricevuti al momento
dell'assunzione presso l'ente pubblico perchè figlio e nipote dei
presunti boss Fortunato e Francesco, attendeva con ansia, come tutti i
familiari,la sentenza di questa mattina.
Contattato telefonicamente, non nasconde la propria felicità per la sentenza e dichiara: "
Voglio
ringraziare tutti, dal giudice agli avvocati che hanno difeso gli
imputati. In particolare Marco Bosio che ha sempre sostenuto le nostre
tesi difensive fino all'ultimo fino a due ore prima della sentenza, la
felicità in questo momento è tanta finisce un periodo nero della nostra
vita"
Signor Barillaro in questo contesto la sua vicenda personale,
considerando che lei è stato messo sotto "indagine" perchè avrebbe
ricevuto favoritismi al momento della sua assunzione in comune in quanto
figlio e nipote di presunti boss, come andrà avanti?" : "Io
continuo a svolgere il mio lavoro presso il comune di Ventimiglia,anche
nel mio nuovo recentissimo incarico, le persone che mi hanno coinvolto
nella vicenda sono state da me contro querelate. Attendo le decisioni
delle sedi compertenti"
Poi sempre in settimana la seconda sentenza, questa volta si trattava di processo di appello presso il tribunale di Genova protagonisti della vicenda i Fratelli Pellegrino e il loro clan. In questo caso ci sono state delle condanne ecco in sintesi da Ponenteoggi le condanne
sentenza appello minacce a Bordighera
Ribaltata la sentenza di primo grado che aveva mandato
assolti per le minacce politiche Giovanni Pellegrino e Francesco Barilaro. Il
collegio giudicante genovese ha condannato il primo a sei anni e nove mesi di
reclusione, al secondo ha, invece, inflitto un anno e dieci mesi.
Pellegrino, in particolar modo, condannato in primo grado
a soli quattro anni e sei mesi di reclusione per le minacce ad
un giornalista e per sfruttamento della prostituzione si è visto confermare
questa condanna e comminare due anni e tre mesi per la minacce al corpo
politico bordigotto in questione.
Parzialmente riformata la sentenza del Tribunale di
Sanremo a carico, invece, di Maurizio Pellegrino (per lui "sconto" di
pena: da tre anni e due mesi a due anni e sei mesi), confermata la
condanna ad un anno per il fratello Maurizio (schiaffo ad un poliziotto),
sconto di pena anche per Rocco de Marte (minacce e tentata estorsione ai
danni del gestore di un ristorante nell'entroterra - da quattro anni a
due anni e otto mesi). Confermate le assoluzioni per: Renato Bellicini, Paolo
Staltari, Maria Oltean, Giovanni di Tano, Attilio Bandiera e Francesco Valenti.
La sentenza di appello non ha come già in primo grado riscontrato l'aggravante della "Mafiosita" ha condannato per minacce ai politici gli imputati, ma la mafiosità ovvero l'aggravante che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Bordighera è stata ancora una volta negata dal tribunale. A questo proposito vi riporto con il link relativo l'intervista di Fabrizio Tenerelli al Pm Roberto Cavallone della procura di Sanremo,apparsa su Riviera24.it
"Il fatto che non sia stato contestato l'articolo 7 della legge
antimafia è comprensibile, visto che erano stati gli assessori a
ritenere i due imputati mafiosi. Se fossimo stati noi a ritenerli tali,
avremo sicuramente dovuto trasmettere gli atti alla Direzione
Distrettuale Antimafia".
Il Procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone, commenta
così la sentenza della Corte di Appello, di Genova, che ieri sera ha
condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione, Giovanni Pellegrino e a 1
anno e 10 mesi, Francesco Barilaro, per le minacce agli ex assessori di
Bordighera, Marco Sferrazza e Ugo Ingenito, redarguiti, secondo la
Procura, per non aver sollecitato le pratiche per l'apertura di una sala
giochi.
Ieri, l'avvocato dei due imputati, Marco Bosio, si è dimostrato
soddisfatto per il fatto che non sono state considerate le aggravanti
della mafiosità delle minacce a soggetto appartenente alla pubblica
amministrazione.
"C'è poco da dire – prosegue Cavallone – se non che prima
sono stati assolti ed ora sono condannati. Sono, quindi, soddisfatto
nella misura in cui la Procura, così come la sezione di pg dei
carabinieri e il giudice per le indagini preliminari, hanno fatto un
buon lavoro".
Spero che con questa raccolta stampa i pochi che mi seguono riusciranno a farsi un idea della situazione io personalmente questa settimana ho sentito il bisogno di rileggermi "Il Giorno della Civetta" non so per quale motivo.

Ieri, l'avvocato dei due imputati, Marco Bosio, si è dimostrato
soddisfatto per il fatto che non sono state considerate le aggravanti
della mafiosità delle minacce a soggetto appartenente alla pubblica
amministrazione."
C'è poco da dire – prosegue Cavallone –
se non che prima
sono stati assolti ed ora sono condannati. Sono, quindi, soddisfatto
nella misura in cui la Procura, così come la sezione di pg dei
carabinieri e il giudice per le indagini preliminari, hanno fatto un
buon lavoro".
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