sabato 29 settembre 2012

Il Concorsone cominciamo a fare il Ricorsone al Tar

Il maxiconcorso per la scuola che tanto sta facendo discutere arriva al TAR. 800 insegnanti hanno infatti deciso di fare ricorso. I  dettagli nell'articolo  de La Stampa sezione Cronache.

Scuola, scatta il primo ricorso al Tar 800 docenti contro il “concorsone”

Aspiranti professiori durante un maxi concorso (foto d’archivio)
Dopo la pubblicazione del bando
Codacons e Associazione sindacale
promuovono l’azione collettiva:
ingiustamente esclusi i non laureati
Scatta il primo ricorso al Tar sul «concorsone» nella scuola. A promuoverlo, Codacons e Associazione sindacale diritti della scuola, che dopo la pubblicazione da parte del ministero dell’Istruzione del bando relativo al concorso per oltre 11 posti «fortemente voluto dal ministro Profumo», annunciano il ricorso al Tar del Lazio da parte di 800 docenti non laureati «ingiustamente esclusi dalla prova», e avviano la raccolta di adesioni al ricorso collettivo da parte degli insegnanti di tutta Italia.  

L’iniziativa legale - spiega il Codacons in una nota - «mira a far annullare i limiti previsti dal Bando di concorso, evidentemente illegittimi e frutto di eccesso di potere», secondo l’associazione. «Il Ministero dell’Istruzione, infatti, ha elaborato - sostiene il Codacons - un meccanismo ingiusto, fonte di disparità di trattamento e contraddittorio rispetto alla ratio che l’impianto normativo di accesso al pubblico impiego e all’insegnamento ha perseguito negli anni». Impianto che «presuppone il requisito generale del conseguimento della laurea in relazione alle diverse specificità delle diverse categorie di insegnamento». 

L’associazione dei consumatori parla di scelta dei requisiti «arbitraria e ingiusta», «nella parte in cui si pone come una barriera all’accesso a una prova selettiva e rimane del tutto sganciata e non correlata ad un attento esame della situazione normativa italiana». Secondo il Codacons, verrebbero così violati gli articoli 3 e 97 della Costituzione, perché «si disattende il principio della imparzialità e non disparità di trattamento della pubblica amministrazione e quello di buona amministrazione e di uguaglianza, non essendo in alcun modo giustificabile la scelta operata dal legislatore nel senso di sistemare soltanto una categoria di laureati».  

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